Bea Media Company S.r.l.
Viale Francesco Restelli 1, 20124 Milano
Piazza di S. Bernardo, 106, 00187 Roma
P. IVA 11562050960 - SDI T9K4ZHO

Giulio Rossi
/
4 min read

L’arte di comunicare. Posizionarsi non significa cavalcare un trend

sedie verdi numerate di uno stadio
PUBBLICATO
15.01.2024
TEMI

La campagna di sensibilizzazione alla salute mentale promossa dal club inglese Norwich è stata un successo. La scelta di trattare un tema che è un problema di tutti, senza essere ancora sulla bocca di tutti, ha dimostrato come, per un’azienda, posizionarsi non sia un tema di identità

Due elementi chiave per l’efficacia, la buona riuscita di ogni intento comunicativo sono la credibilità del messaggio (che dipende in buona parte da chi e come lo si veicola) e l’urgenza, l’esigenza di esprimerlo. L’assenza di queste condizioni rischia di trasmettere un messaggio privo della necessaria forza per raggiungere il proprio fine, dando l’idea di poca autenticità. Una lezione spesso dimenticata da molti brand, ma che il Norwich City, storico club del calcio inglese, ha colto alla perfezione.

Questa campagna di sensibilizzazione sulla salute mentale, promossa dal club in occasione della Giornata mondiale della salute mentale, è particolarmente esemplificativa in questo senso. Nel cortometraggio vediamo due amici vicini di posto alle partite in casa del club. Uno in diverse occasioni appare cupo, esulta a stento ai gol, risponde svogliato alle domande del compagno su come proceda la sua vita al di fuori dello stadio. L’altro invece è sorridente, è il primo a saltare in piedi per festeggiare le vittorie. Arriva un giorno in cui sugli spalti vediamo solo uno di loro, mentre di spalle posiziona con amore la sciarpa sul seggiolino dell’amico, lasciando intendere che quest’ultimo abbia tragicamente messo fine alla sua vita. Poi si gira ed ecco la sorpresa: a piangere la scomparsa del compagno è l’uomo che ci era apparso cupo, spesso vestito di nero. «A volte può essere evidente quando qualcuno è in difficoltà. Ma a volte i segnali sono più difficili da individuare. Controlla chi ti sta intorno» è il messaggio con cui si chiude il video.

La decisione è quella di trattare un tema molto attuale, in cui purtroppo sempre più persone possono identificarsi, ma, allo stesso tempo, per nulla inflazionato: è infatti ancora una questione non molto indagata, non se ne sente parlare tanto, insomma non è un trend della comunicazione mainstream. E questo sottolinea la reale volontà di promuovere l’argomento, rifuggendo la tentazione di comunicare il “necessario”, puntando con forza solo su ciò che determini un reale posizionamento, fondato su una linea editoriale originale, coerente con i propri valori e soprattutto autentica.

L'importanza della forma

Un altro aspetto da evidenziare, è la modalità attraverso la quale è stato veicolato il messaggio: un video sui propri canali social ufficiali, di una lunghezza (2 min e 30 sec) tale per cui l’utente medio non percepisca una grande barriera d’accesso alla visione, ma al contempo abbastanza lungo per far sì che si eserciti una scelta consapevole nel guardarlo.

Inoltre, lo storytelling è incalzante, originale e gioca su un gesto abitudinario, com’è andare allo stadio con un amico, invitando, senza retorica, a interrogarsi sulla difficoltà di capire e conoscere veramente lo stato d’animo delle persone che ci stanno vicino.

Il messaggio e il fine comunicativo, la forma e la sostanza, lo strumento, il merito e il metodo, dunque: tutto risulta coerente, autentico e contribuisce a rendere efficace il processo comunicativo.