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Matteo Cifani
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4 min read

DALL-E in poi. Potere e minacce di una tecnologia straordinaria

PUBBLICATO
29.09.2022
TEMI

Il software di Ai generativa sviluppato da OpenAi ha avuto un successo incredibile ma forse prevedibile. Oltre alle questioni etiche, in molti hanno lanciato l’allarme per le professioni creative. L’impressione, però, è la guida umana resti un elemento fondamentale per una lettura critica della realtà. 

Se siete degli assidui frequentatori di LinkedIn, è probabile che negli ultimi mesi abbiate incontrato più di un post su DALL-E, una nuova tecnologia che fonde linguaggio ed immagini. I ricercatori di OpenAi, uno dei laboratori di intelligenza artificiale più ambiziosi del mondo, sono riusciti a costruire un software che consente di creare immagini digitali semplicemente descrivendo ciò che si vuole vedere. Lo chiamano DALL-E, in riferimento sia a "WALL-E", il film d'animazione del 2008 su un robot autonomo, sia a Salvador Dalí, il pittore surrealista.

immagine generata con AI

Chi ha avuto la fortuna di accedere alla beta (inizialmente ristretta a un numero limitato di utenti ma oggi aperta a tutti) e fare qualche prova, si è reso subito conto di avere tra le mani uno strumento incredibile e dalle infinite potenzialità.

Il software può essere utile ai grafici come valida alternativa a Photoshop, per “allargare” i quadri famosi dipingendo sfondi e contorni o per creare nuovi modelli di case. Ma dietro a queste capacità creative si nascondono anche molti problemi etici.

La politica di OpenAi proibisce esplicitamente di richiedere immagini violente, sessualmente esplicite, illegali o legate a teorie cospirazioniste. La società ha anche potenziato i filtri ed assicurato la massima sicurezza ma non si esclude che, con la recente introduzione della modifica dei visi, si possano presentare nuovi problemi. Un esempio è la storia di Loab, una donna inquietante che continua ad apparire nelle immagini generate dall’intelligenza artificiale.

Un’altra questione aperta è quella che riguarda i bias intrinseci all’algoritmo.

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Quando si dà il comando di rappresentare le persone, queste sono nella quasi totalità dei casi bianche, a eccezione, per esempio, degli atleti. Se poi si ricercano professioni di alto livello come medici o avvocati, vengono rappresentati principalmente uomini, mentre per professioni meno qualificate, donne.

Questo accade perché, per il momento, il modello è stato allenato soltanto con parole inglesi, che quindi non specificano il genere delle persone da rappresentare.

Anche il tema del copyright è un campo di discussione. In passato Getty Images ha vietato i contenuti generati dall'intelligenza artificiale per paura di sfide legali. La presa di posizione di un’azienda di questo calibro muove gli equilibri e obbliga l’intera industria a porsi delle domande. 

Il CEO di Getty Images, Craig Peters, ha dichiarato a The Verge che il divieto è stato causato dalle preoccupazioni sulla legalità dei contenuti generati dall'intelligenza artificiale e dal desiderio di proteggere i clienti del sito.

Craig Peters

«Ci sono reali preoccupazioni riguardo al copyright degli output di questi modelli e problemi di diritti non affrontati rispetto alle immagini, ai metadati dell'immagine e agli individui contenuti nelle immagini».

Date queste preoccupazioni la vendita di opere d'arte o illustrazioni AI potrebbe potenzialmente mettere gli utenti di Getty Images a rischio legale.

È poi necessario parlare della questione che riguarda la realisticità dei risultati prodotti. Il livello di dettaglio è ciò che rende questa tecnologia così interessante, tuttavia abbiamo raggiunto un grado tale da rendere i prodotti dell’AI assimilabili ad immagini reali, favorendo potenzialmente la disinformazione. Dall-E aggiunge in automatico un simbolo nell’angolo in basso a destra di tutte le foto, in modo da segnalare agli utenti che quello è un prodotto dell’intelligenza artificiale. Questo simbolo però è facilmente rimovibile e molti utenti lo tagliano prima della pubblicazione.

Qualche tempo fa anche l'allora ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili ha utilizzato il software. Si tratta di una delle prime istituzioni governative centrali al mondo a farne uso sui social e l’occasione è stato l’annuncio della sperimentazione della levitazione magnetica nella Regione Puglia. Il post ci fornisce un ottimo esempio su come DALL-E possa essere sfruttato, in modo responsabile, dalla comunicazione:

post instagram

Un pericolo per gli artisti?

Da queste riflessioni ne nasce una legata al futuro delle professioni artistiche. Dall-E sostituirà grafici, pittori ed illustratori? La risposta è in parte.

Il designer Baby Alpaca disegna abiti architettonici ed utilizza già oggi l’AI per creare dei prototipi, che poi costruisce nel mondo reale. «Sono riuscito - racconta - a realizzare in una notte un lavoro che mi avrebbe potuto richiedere settimane solo per immaginare e realizzare. Il disegno che ho scelto di creare è una versione immaginata da DALL-E 2 tramite un mio suggerimento. Dopo aver scelto il risultato, ho disegnato l’abito da tutte le angolazioni, scomposto le forme del modello e creato l'abito fisico».

L’account Instagram di DALL-E è una raccolta di storie simili, progetti realizzati da umani con l’aiuto del software. Potrebbe essere quindi essere proprio questa la direzione? Lo scopriremo.

Secondo Tom White, un artista che vive in Nuova Zelanda e che lavora con l'intelligenza artificiale «a voler essere ottimistici si potrebbe dire che è una rivoluzione nella comunicazione». White ha raccontato a Wired che strumenti come Dall-E 2 potranno diventare molto più potenti e interessanti quando sarà possibile interagire con loro in modi diversi. Attualmente l'unico modo per perfezionare un'immagine prodotta da Dall-E è inserire nuovamente la richiesta o ritagliare l'immagine e usarla come spunto per una nuova serie di idee. Non passerà molto tempo, secondo lui, prima che le persone che utilizzano strumenti di intelligenza artificiale creativa siano in grado di richiedere modifiche specifiche a un'immagine. «Dall-E non rappresenta la fine del percorso», aggiunge.

Una cosa accomuna qualsiasi scenario possiamo immaginare per il domani: senza una guida umana, nessuna intelligenza artificiale sarà in grado di leggere la realtà - e con essa un brand - e raccontarlo in modo efficace.

Insomma, il futuro è già qui.