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Oscar Cini
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6 min read

Libri o non libri, la nostra sete di storie continuerà a esistere

uomo che legge libro
07.05.2024

Tra numeri bassi ed eloquenti bestseller, il libro sembra aver perso il ruolo di custode delle storie, soprattutto nel nostro Paese. Queste sono approdate su altri spazi e mezzi, come podcast e serie tv. Il messaggio è chiaro: la nostra sete di storie non muore, ma si rigenera in forme diverse

Secondo l’ultimo rapporto annuale dell’Istituto nazionale di statistica (dati 2022), la percentuale di italiani dai sei anni in su che hanno letto almeno un libro nell’ultimo anno, e non per ragioni strettamente scolastiche o lavorative, è pari al 39,3% della popolazione. Una diminuzione del numero di lettori rispetto al 2010 dove il dato si assestava al 46,8 %.

Ribaltando il punto di vista, provando a leggere la statistica presa in esame, se è vero che soltanto il 39,3% degli italiani legge, è altrettanto vero che ben il 60,7% degli italiani non ha letto alcun libro nel 2022, se non per questioni professionali o per forzati motivi di studio. Il profilo dell’anima di questa ricerca si appalesa chiarissimo: in Italia si fatica a leggere nel tempo libero.

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Un nuovo modo di appassionarsi alle storie

Il dato non deve però trarre in inganno. La domanda da porci non è dunque «perché non leggiamo più?» (posta la contestuale veridicità dei dati letti sopra), ma forse, piuttosto: «E se avessimo soltanto sostituito la nostra sete di conoscenza?».
In un mondo dove tutti sembriamo avere sempre meno tempo, abbiamo probabilmente scelto soltanto di sostituire la fonte del nostro sapere. I podcast, ad esempio, sono diventati uno dei formati audio più popolari in assoluto, non solo negli Stati Uniti, dove il fenomeno è nato agli inizi degli anni 2000, ma anche in Italia. Secondo uno studio Nielsen gli ascoltatori di podcast sono stati 13,9 milioni nel 2020, 1,8 milioni in più del 2019 (+15%). Sempre secondo la stessa ricerca, gli ascoltatori di podcast appartengono a quasi tutte le fasce d’età, anche se più della metà di questi, il 68% per essere precisi, ha fra i 25 e i 34 anni. Inoltre, più di un terzo delle persone che ascoltano podcast ascolta anche audiolibri e usa altri servizi di streaming, come, per esempio, Netflix e Amazon Prime Video.

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Non abbiamo smesso di appassionarci alle storie, stiamo solo riscrivendo era dopo era la modalità con cui vogliamo sentircele raccontare. Storie come quelle raccontate da Pablo Trincia in “Veleno”, da Chiara Lalli e Cecilia Sala in “Polvere” o da Francesca Zanni in “Rumore. Il caso Federico Aldrovandi” riescono tra le tante a spiccare per quella capacità unica di mantenere viva la tensione e la capacità immaginifica che ci permette di costruire davanti ai nostri occhi storie, luoghi, personaggi di una storia.

gif cover podcast

Narrazione = Storia + Racconto + Performance 
Non sono soltanto i podcast ad aver rubato lo spazio narrativo un tempo destinato alla lettura in purezza. Nella raccolta di saggi Complex TV lo studioso statunitense Jason Mittell pone l’accento sulla qualità tecnica raggiunta dallo storytelling delle serie TV. Secondo Mittell, infatti, stiamo ormai vivendo il tempo e l’era in cui la televisione - termine qui usato in maniera specifica, ad indicare lo spazio dedicato alla messa in onda della nuova serialità TV - è divenuta assolutamente letteraria, fortemente “cinematografica”. La serialità Tv ha oggi il prestigio di forme culturali più consolidate come la letteratura e il cinema. La TV ha smesso di essere quindi un mezzo deleterio? Grazie all’utilizzo di meccanismi narrativi più vicini alla forma classica ha certamente permesso l’emergere di programmi culturalmente validi.

ragazza stesa sul divano

Già nel 2014 Sandrone Dazieri scriveva così su Linkiesta: «Prendiamo Lost, una serie culto che per me è figlia de L’isola misteriosa” di Jules Verne, ma anche de L’isola del tesoro” e di "Robinson Crusoe", ovvero delle isole-mondo entro le quali succedono cose strane, ogni tanto incomprensibili. Bene, si potrebbe dire che l’archetipo è quello dell’isola di Circe dell’Odissea. Si tratta di un archetipo che viene sviluppato dall’epica e che ha continuato a vivere nella letteratura diventando sempre più complesso, entra nell’immaginario del cinema — penso a L’isola del tempo che si è fermato (credo si intitolasse così) o l’isola del film Matango il mostro del giapponese Ishirō». La letteratura, dunque, il mezzo rilevatore della verità del mondo sembrerebbe soltanto aver cambiato volto.


Una nuova speranza

Un rapporto di Nielsen BookData evidenzia però un dato sorprendente. I libri stampati sono, infatti, il modo più popolare di leggere per le persone di età compresa tra 13 e 24 anni nel Regno Unito. In confronto, gli e-book costituiscono solo il 14% delle vendite per lo stesso gruppo di età. È evidente che leggere libri stampati rimanga un buon modo per sfuggire all'abbondanza di rumore digitale e non sempre più diffuso.

ragazza che tiene in mano il telefono per fare tik tok

Tuttavia, poiché la tecnologia continua ad intersecarsi con la nostra vita quotidiana, essa continua e continuerà a svolgere un ruolo cruciale nell'industria editoriale. Quando BookTok ha travolto il mondo nello scorso 2020, lo ha fatto  ispirando e influenzando le abitudini di acquisto dei libri della Generazione Z; persino lanciando carriere di alcuni autori al punto da plasmare l'industria di fronte ai nostri occhi. Mentre non possiamo prevedere cosa succederà in futuro, è importante che il mercato comprenda le principali sfide e opportunità da affrontare in questo settore.

In Italia gli ultimi mesi ci hanno visto affannati in una triste discussione sull’opera omnia del generale Vannacci (Sigh!). Se il 2023 porta con sé il primato de “Il mondo al contrario”, uno dei libri più letti dell’anno, vede anche il primato di “Spare” del principe Harry e l’exploit fuori tempo massimo di Dammi mille baci” testo del 2018 a firma di Tillie Cole. Come sintetizziamo l’ultimo anno di letture degli italiani? Forse come un misto di voyeurismo, razzismo e passione per romanzi pre adolescenziali.

Ma il rapporto del Nielsen BookData racconta anche di una crescita delle entrate derivanti dalla vendita di libri. Un mercato che sembrava sopito e destinato a spegnersi lentamente trova oggi, invece, nuove energie. Solo un moto d’orgoglio o piuttosto la rappresentazione di un cambiamento in atto? La verità è forse un’altra: la nostra sete di storie, di ascoltare racconti che ci appassionano e trasportano ha soltanto cambiato forma e formato. Le storie mutano e si rigenerano, ma non scompaiono. È così che abbiamo deciso di investire il nostro tempo libero, è così che siamo passati dalle lettere stampate su un foglio di carta all’ascolto con gli auricolari e lo sguardo fisso su una Tv che trasmette viaggi eroici ed altre epiche. Dobbiamo solo fare pace con l’idea di un cambiamento che è in atto e non sappiamo dove ci porterà.