Bea Media Company S.r.l.
Via Luigi Porro Lambertenghi 7, 20159 Milano
P. IVA 11562050960 - SDI T9K4ZHO

Il positive journalism: quando le buone notizie creano valore

03.02.2025

Viviamo in un mondo dove il ciclo mediatico è dominato da notizie spesso negative, che generano ansia, paura e senso di impotenza. In questo contesto, il positive journalism, o giornalismo costruttivo, si è imposto come un antidoto al cosiddetto doomscrolling — la tendenza a consumare compulsivamente notizie negative. Ma di cosa si tratta esattamente e perché è rilevante per chi si occupa di comunicazione e creatività digitale? 

Cos'è il Positive Journalism?

Il positive journalism è un approccio che punta a raccontare il mondo in modo equilibrato, dando spazio non solo ai problemi ma anche alle soluzioni, ai progressi e alle storie che ispirano potenziali cambiamenti. Non si tratta di ignorare le sfide o di edulcorare la realtà, ma di offrire una visione costruttiva che promuova speranza e resilienza.

Questo tipo di narrazione ha dimostrato di avere un impatto positivo sul pubblico, stimolando emozioni come la gratitudine e la motivazione. Ad esempio, uno studio del Solutions Journalism Network ha rilevato che i contenuti che evidenziano soluzioni pratiche ai problemi attirano maggiore attenzione, aumentano l'engagement del pubblico e rafforzano la percezione del proprio potenziale di azione. Inoltre, secondo uno studio della University of Pennsylvania, al contrario di quanto si potrebbe normalmente pensare le storie positive hanno il 34% di probabilità in più di essere condivise sui social media rispetto a quelle negative.

Dal giornalismo positivo ai festival: esempi di successo

Il giornalismo positivo trova sempre più spazio in diverse testate, piattaforme digitali e iniziative che hanno saputo coglierne il potenziale. Una delle prime realtà a emergere in questo ambito è il Good News Network, sito che si dedica esclusivamente alla diffusione di notizie positive, coprendo temi che spaziano dall'innovazione tecnologica alla solidarietà umana. Anche testate tradizionali si sono adattate a questo approccio: il Guardian, tra gli altri, con la sezione "The Upside" esplora storie di progresso e soluzioni innovative da tutto il mondo. Un altro esempio significativo è Positive News, una testata indipendente che si concentra su storie di cambiamento positivo, ponendo particolare attenzione alla sostenibilità e all'impatto sociale.

Positive news

In Italia un caso virtuoso è il Festival delle Buone Notizie di Bergamo, il primo live show di good news italiano. La prima edizione di questo evento, svoltasi nel 2023, ha accolto circa 500 partecipanti, principalmente giovani tra i 16 e i 35 anni. Con un format che prevede interventi brevi e dinamici, il festival ha ospitato speaker di rilievo, tra cui giornalisti, scienziati, psicologi e attivisti, con l'obiettivo di ispirare e diffondere ottimismo. La seconda edizione, tenutasi nel 2024, ha ampliato il numero di partecipanti e coinvolto esperti come Cathy La Torre, avvocata e attivista per i diritti civili e Gianni Canova, rettore dell'Università IULM e critico cinematografico, affrontando temi che spaziano dal lavoro al cambiamento climatico, fino al cinema e al gaming. Questo evento rappresenta un punto di riferimento per le nuove generazioni, creando uno spazio di condivisione e riflessione su come le buone notizie possano influenzare positivamente il futuro. La necessità di buone notizie ha un impatto particolare sui giovani, poiché questa fascia di popolazione si trova spesso a dover affrontare un carico emotivo e informativo maggiore rispetto alle generazioni precedenti. L'esposizione costante a contenuti negativi, amplificata dall'uso intensivo dei social media, può generare ansia, stress e un senso di impotenza. Secondo uno studio della American Psychological Association, il 91% della Generazione Z dichiara di aver subito almeno un episodio di stress significativo nell'ultimo anno, spesso legato a eventi globali come il cambiamento climatico, conflitti internazionali o crisi economiche.

Le buone notizie offrono ai giovani una via di fuga da questa spirale negativa, aiutandoli a coltivare speranza e a vedere opportunità di cambiamento. Raccontare storie positive, che evidenziano soluzioni pratiche e risultati concreti, ispira questa generazione a credere nel proprio potenziale e a partecipare attivamente alla costruzione di un futuro migliore, non più visto con i toni cupi e bui frutto del doomscrolling.

Festival delle buone notizie

Formati creativi per comunicare le Buone Notizie

Parliamo ora di formati. Il giornalismo positivo non si limita infatti alla realizzazione di contenuti nel formato tradizionale dell'articolo classico, ma abbraccia una varietà di media che ne amplificano l'efficacia e l'impatto. I video emozionali, ad esempio, sono uno strumento particolarmente potente: raccontare storie attraverso brevi clip coinvolgenti permette di raggiungere un pubblico ampio e generare connessioni immediate. Un esempio è il format Humankind di USA Today, che celebra atti di gentilezza e altruismo. Anche le newsletter tematiche stanno guadagnando popolarità, come quella del New York Times, "The Good News Issue", pensata per offrire un momento di positività ai lettori direttamente nella loro casella di posta.

Il formato podcast rappresenta un'altra modalità vincente di approfondimento per quanto riguarda le storie costruttive: il progetto The Bright Side, ad esempio, crea narrazioni ingaggianti che stimolano riflessioni su temi di attualità. Infine, anche le infografiche giocano un ruolo chiave nel visualizzare progressi e dati positivi in modo chiaro ed efficace. Catturando l'attenzione soprattutto sui social media. Questi formati dimostrano come il positive journalism possa essere declinato e approfondito con modalità diverse, ognuna capace di coinvolgere il pubblico in modo autentico e innovativo, ma la domanda che continuiamo a porci rimane questa. 

“Perché il Positive Journalism funziona?”

Il successo del positive journalism si basa su alcune dinamiche fondamentali che ne spiegano il successo. Una di queste è la capacità di contrastare la saturazione emotiva: il pubblico, sempre più stanco di essere bombardato da negatività e notizie nefaste, tende a cercare contenuti che offrano una prospettiva migliore e che generino emozioni positive. Un altro elemento cruciale è la costruzione di fiducia, poiché una narrazione bilanciata contribuisce a rafforzare il rapporto tra i media e il proprio pubblico, alimentando un dialogo più costruttivo. Infine, le storie positive stimolano all’azione, ispirano le persone e le spingono a partecipare al cambiamento, sia sostenendo cause importanti, sia adottando comportamenti virtuosi capaci di fare la differenza.

Come Applicarlo alla Comunicazione Creativa?

Per le agenzie creative, integrare il positive journalism nelle proprie strategie può aprire nuove opportunità di engagement. Raccontare storie di impatto sociale o ambientale in linea con i valori di un brand è uno strumento utile per creare connessioni autentiche con il pubblico. Allo stesso modo, progettare campagne sui social media che mettano in evidenza notizie positive può stimolare interazioni significative, diffondendo ottimismo. Anche l’organizzazione di eventi digitali, come webinar o live talk su temi costruttivi, può essere una modalità impattante, un modo efficace per coinvolgere esperti, influencer e comunità, promuovendo al contempo una cultura della positività e della partecipazione.

Un Approccio al Futuro

Il positive journalism sembra essere molto più di una semplice moda quanto, piuttosto, una risposta concreta a un bisogno reale del pubblico di riferimento. Per chi lavora nel campo della comunicazione e della creatività, rappresenta un'opportunità non solo per differenziarsi e distinguersi, ma per contribuire a un dibattito pubblico più sano e costruttivo.

In un mondo dove ogni click conta, perché non fare in modo che conti per qualcosa di buono?